Pane e musica: Children of Cyanide


Abbiamo già accennato all'evento "Scure of Rock" organizzato dall'Associazione Culturale Kaleido e tenutosi allo Spazio Giovani C.U.R.E..

Oggi vi proponiamo l'intervista che abbiamo fatto ad un altro gruppo che si è esibito in occasione di quell'evento: i Children of Cyanide   


Ciao ragazzi e grazie per la disponibilità. Come state?

Insomma! In questo momento come band siamo fermi. Considera che noi non facciamo inediti, facciamo solo live e abbiamo fatto l’ultima serata lì da voi all’Area Pettini all’evento della Scuola “Lizard”. Ognuno di noi si tiene allenato provando da solo sperando di tornare presto sul palco, anche se stiamo approfittando di questa pausa forzata per lavorare a un paio di progetti.


Non spoileriamo nulla, ci arriviamo. Partiamo intanto dalle basi: com'è composta la band?

Alessio (Burchi) suona il basso, Giovanni (Teresi) e Lorenzo (Fei) hanno un doppio ruolo, sono sia chitarristi che cantanti, Giorgio (Breschi) è il nostro batterista, mentre Silvia (Cherici) è la nostra cantante/performer; insomma, lei è l’adrenalina del gruppo.


Come è nata la vostra band?

Siamo una band giovane, nata un po’ per caso. Conoscevamo tutti Silvia e abbiamo iniziando quasi per gioco suonando insieme solo in vista delle live. A febbraio di quest’anno abbiamo capito che potevamo avere qualcosa da dire dopo una serata in cui abbiamo fatto il pienone, però non c’è stato neanche il tempo di strutturare per bene un progetto per la nostra band che il COVID ha fermato tutto. La nostra prima serata è stata a luglio dell’anno scorso, quando gli organizzatori di un festival che si è tenuto ai Renai ci hanno chiamati per partecipare al contest. È stata una cosa molto improvvisata, abbiamo fatto un paio di prove con un batterista bravissimo che ci hanno “prestato” e che ci ha messo un po’ in riga insegnandoci un bel po’ di cose; alla fine siamo arrivati quarti. Da lì abbiamo deciso di continuare, senza impegno, senza stress, senza darci delle scadenze, per il puro piacere di stare insieme e divertirci. C’è da dire anche che la band non è sempre stata questa, abbiamo cambiato un sacco di batteristi. Giorgio è con noi solo da qualche mese ma quasi certamente sarà l’ultimo batterista che cambieremo perché con lui si è creata un’intesa incredibile. Siamo un gruppo molto “sanguigno”, dobbiamo piacerci a pelle l’uno con l’altro, altrimenti non funzioniamo!


In effetti sembrate davvero un gruppo molto affiatato. Per quanto riguarda, invece, le vostre influenze musicali, che tipo di gruppo siete? A chi vi ispirate? 

Parti dal presupposto che in generale preferiamo l’improvvisazione ai tecnicismi. Al mondo possono esserci mille copie di Malmsteen alla chitarra, ma quello che interessa a noi è suonare col cuore, non il virtuosismo. Poi che c’entra, non siamo dei cialtroni! Abbiamo studiato e suoniamo con cognizione di causa, ma preferiamo trasmettere le nostre emozioni e le nostre passioni attraverso la musica che facciamo. Ad ogni modo, le influenze musicali che abbiamo avuto sono state tantissime: Bob Marley, Iron Maiden, Led Zeppelin, Beatles, Pink Floyd, Dire Straits, AC-DC, Gun’s & Roses, gli Who, la disco-dance anni ’80, Punk, R&B e potremmo continuare ancora per molto. Ad un certo punto, però, chi per un motivo e chi per un altro siamo approdati tutti a qualcosa di più “duro” come il metal e tutte le varie declinazioni.


Il nome della band invece? “Children of Chynade” è nome molto particolare, come lo avete scelto?

È nato quando dovevamo dare un nome al nostro progetto. Giovanni, un po’ per caso, ci ha proposto “cynade”, cianuro, e voleva che fosse quello il nome della band, ma non ci convinceva del tutto. Poi è spuntato fuori il “children of” da metterci accanto. Non sappiamo bene come, forse perché la maggior parte di noi ha meno di diciotto anni o perché siamo un gruppo nato da poco, fatto sta che alla fine abbiamo optato per quello. È vero anche che siamo tutti “figli d’arte”, alcuni dei nostri genitori o parenti stretti insegnano musica o suonano da tempo in gruppi importanti, e poi due di noi hanno avuto Silvia come insegnante di inglese in un corso, quindi sono un po’ i suoi “children”. Insomma, per ora va bene così, checché ne dica Giovanni!


Per quanto riguarda i vostri progetti futuri invece? Cosa avete in programma ad oggi?

Intanto uscire dalla zona rossa! Nel frattempo, stavamo pensando di fare un live streaming sui social e di riprendere pian piano i contatti con i locali in cui torneremo a suonare dal vivo non appena sarà possibile. Poi arriverà anche il momento di incidere qualche inedito, ma facciamo un passo alla volta. C’è anche la questione della partnership con altri artisti, anche su quello siamo apertissimi. Come si diceva prima, siamo persone che vanno molto a pelle, per cui se qualcuno ci piace e c’è feeling cerchiamo sempre di fare qualcosa insieme, anche se fa cose diverse dalle nostre, perché crediamo che questo ci permetta di creare qualcosa di veramente unico. Quindi chissà cosa ci aspetta, restate sintonizzati!

Immagine:Facebook

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