KERUAK: puro animo rock!


Allo Spazio Giovani C.U.R.E., in occasione dell'evento "Scure of Rock" organizzato dall'Associazione Culturale Kaleido abbiamo conosciuto i KeruaK, un gruppo di giovani ragazzi molto talentuosi.

Ovviamente, abbiamo deciso di intervistarli!

Ciao ragazzi, come state? 
Rispondere a questa domanda è più difficile di quando abbiamo dovuto trovare il nome per il gruppo. Comunque tutto ok!

Sapevo che avrei dovuto iniziare con le domande facili! Facciamo così, partiamo dalle basi: com'è composta la vostra band? 
Matteo si occupa di prenotare la sala e della chitarra elettrica. Andrea porta il basso... e le birre. Michele, oltre a mettere la maionese sulla pizza, da bravo pesarese suona la batteria. Ginevra principalmente arriva in ritardo, ma canta anche... e quando le stelle si allineano, suona anche la chitarra acustica. 

Molto bene, ora che abbiamo rotto il ghiaccio, posso chiedervi come è nata la band? 
(Ginevra) La prima scintilla è nata da una jam di Matteo e Michele. Io, Matte e Miche siamo "colleghi Lizard" (Lizard Accademie, n.d.r.) e l'anno scorso abbiamo frequentato il college della scuola: è proprio lì che ci siamo conosciuti. Matteo mi ha poi chiesto di unirmi a loro. Io ho suggerito come bassista Andrea, con cui suono da una vita. Ovviamente ad Andrea non è stata data la possibilità di rifiutare l'invito. 

E il nome della band come lo avete scelto? 
(Michele) Scegliere il nome del gruppo è stata sicuramente la scelta più complessa. Avevamo tante idee, ma tanti nomi erano già stati scelti da altri gruppi. Un segnale che erano delle buone idee, evidentemente! Alla fine ci siamo trovati tutti d'accordo su KeruaK. Sicuramente la pressione di una scadenza, il nostro primo live, ci ha aiutato a decidere. "KeruaK" è una forma semplificata di Kerouac, padre fondatore della beat generation. Visto quanto ci hanno ispirato e formato il rock degli anni '60 e la musica del movimento beat, è stato un modo perfetto per rendergli onore. In più era carino anche da un punto di vista grafico, per le due "k" simmetriche.

Quali sono quindi le vostre influenze musicali? 
(Andrea) Principalmente rientriamo nel grande mondo del rock, ma all'interno dei brani e del gruppo si intrecciano vari generi. Matteo è l'elemento prog del gruppo, io mi ispiro allo shoegaze, Michele invece è l'anima più soul, mentre Ginevra porta l'alternative rock. I sottogeneri poi si possono, e si potranno, apprezzare in particolar modo negli inediti, in cui le influenze avranno modo di trovare il loro spazio e di far emergere le loro caratteristiche. Il nostro suono, quindi, trova omogeneità sotto il grande cappello del rock.

Mi ricollego alla prima domanda che vi ho fatto: come state vivendo questo periodo così complicato per il panorama musicale?
(Matteo) Il periodo è difficile per tutti, quindi stiamo cercando di sfruttarlo al meglio e nel modo più positivo possibile. Cerchiamo di non abbatterci e di non sprecare tempo prezioso! Ora ne stiamo approfittando per scrivere e studiare. Abbiamo iniziato riarrangiando e suonando cover per fare qualche serata, ma la pandemia, e questo è uno degli aspetti positivi, ci ha portato ad anticipare il "progetto inediti". Non dovendo più pensare a preparare e ad ampliare una scaletta per le serate, possiamo dedicarci a un nostro repertorio.

Ad oggi quali sono i vostri progetti futuri?
Vorremmo finire di scrivere un EP entro l'anno. Sarebbe ideale anche tornare a fare live e ancora di più poter tornare a suonare dal vivo con un nuovo repertorio di brani inediti.
 
Prima di salutarci, c'è un evento che caratterizza la storia del vostro gruppo?
(Ginevra) Più che un evento vero e proprio lo definirei un buffo aneddoto! Devi sapere che del gruppo siamo solo due fiorentini: io e Andrea. Matteo è sardo e Michele marchigiano. Io sono proprio una fiorentinaccia - per intendersi, appena sento "Agesilao" proseguo con tutta "l'Alluvione" di Marasco a memoria - così ho chiesto di poter realizzare il mio sogno proibito: suonare in concerto "L'inno del corpo sciolto" di Benigni. Nonostante il supporto di Andrea, Matteo e Michele erano un po' scettici ma per fortuna Matteo, da diligente qual è, ha comunque imparato tutto il pezzo con la sua chitarra e, dopo l'approvazione del nostro insegnante Lizard, abbiamo suonato qualche verso della canzone durante il nostro primo live lì all'Area Pettini. La risposta è stata davvero positiva e gran parte del pubblico ha subito riconosciuto il pezzo, cantandolo con noi! Ci siamo lasciati con la promessa di portarne una versione completa al prossimo concerto.

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