AIDA: da Verdi a Rino Gaetano



Nel corso della settimana del Rock organizzata presso l'Area Pettini Burresi si sono esibiti anche i ragazzi di Aida, una giovane band dalle influenze musicali italiane e straniere e che ha proposto una ricca selezione di brani propri.

Noi li abbiamo intervistati!

Come è nata la band?
Inizialmente c'era un altro progetto che si chiamava "Moustached Pandas": era una cover band in cui suonavamo io (Andrea C.), un mio amico e, dopo qualche tempo, anche altri due Andrea. Il mio amico, il cantante del gruppo, è andato a studiare ad Amsterdam e quindi ha lasciato la band. Siamo rimasti noi tre, io ho iniziato a scrivere qualche canzone e abbiamo deciso di provare a fare un trio che poi è diventato un quartetto.

Come mai avete scelto "Aida" come nome per la band?
Molti ci chiedono "È per l'Aida di Verdi, vero?", noi rispondiamo “Certo!", ma non è vero. In realtà Aida è sia il titolo dell'album che di una canzone di Rino Gaetano, uno dei miei (Andrea) e dei suoi (Samuele) artisti preferiti. Quando c'era da scegliere il nome abbiamo deciso di pensare subito a qualcosa legato a Rino, così ci venne in mente Aida: è un nome breve, rimane abbastanza in testa e poi ci piaceva. Prima avevamo un nome lunghissimo, abbiamo detto "no, serve qualcosa di più immediato".

Quindi ora da chi è composta la band?
Io (Andrea C.) suono la batteria e qualche percussione, Samuele la chitarra da accompagnamento elettrico-acustica ed è anche la voce principale, Andrea O. suona il basso ed è il corista, mentre Lorenzo è il chitarrista solista e suona la chitarra elettrica. Lui è subentrato da poco, prima c'era un altro ragazzo. 

Oltre Rino Gaetano, quali sono le vostre influenze musicali?
Tante. Di sicuro gli Zen Circus che sono il gruppo che più ci accomuna come gusti e come ascolto. Ora stiamo lavorando con il chitarrista di questo gruppo che da una mano con le canzoni, il maestro Pellegrini che salutiamo e ringraziamo. A livello italiano c'è sicuramente anche l'influenza di Rino Gaetano e dell'Officina della Camomilla per quanto riguarda i testi e gli arrangiamenti, e di vari cantautori tipo Brunori SAS che ascoltiamo ma che magari si sentono meno nella musica che facciamo. Da un punto di vista internazionale, invece, ci piacciono molto i Cage the Elephant, un gruppo alternativo rock americano, e poi ovviamente amiamo gli Arctic Monkeys, i Radiohead e tutta la parte britannica del rock.

Avete dei concerti in programma?
No, ad ora no. Veniamo da quattro concerti in dieci giorni, ora ci concentreremo sullo scrivere e  arrangiare i nostri pezzi.

Quali progetti avete per il futuro?
In Autunno dovremmo registrare qualche pezzo che poi pubblicheremo, quindi innanzitutto vediamo un po’ come va questa cosa. Sicuramente subito dopo ci piacerebbe far uscire un album, però per farlo dobbiamo prima partecipare a qualche contest per cercare di finanziarci. Poi  vediamo, siamo aperti a qualsiasi cosa che possa esser positiva per noi.

C'è qualcosa di divertente che caratterizza la storia del gruppo?
Una volta Samuele ha suonato alle Murate subito dopo aver fatto un incidente, era cascato dal motorino. È arrivato mezzo ingessato dopo essere andato al pronto soccorso ed ha suonato come se nulla fosse. Questo è uno degli aneddoti sicuramente più divertenti che ci ricordiamo. ”All'area Pettini ho suonato con i pantaloni dell'incidente che sono tutti bucati!” (Samuele)

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